Nell’estate calda delle carceri italiane, dobbiamo annoverare una spiacevole novità. Una evasione dal carcere di Poggioreale. Ovviamente la novità è il carcere da cui è evaso il ristretto….non già l’evasione, evento critico, che come dir pol pen va dicendo da sempre, potrebbe essere evitato con investimenti tecnologici mirati!
Un detenuto polacco è evaso durante la celebrazione della Santa messa pare dal muro di cinta, prospiciente alla chiesa, non presidiato perché da anni inagibile. Lo strumento della evasione una rudimentale fune.
Inutile ribadire le concause, che ormai appaiono ovvie e scontate: la endemica vetustà di alcune strutture (e il penitenziario partenopeo è sicuramente tra queste, peraltro ubicato in pieno centro cittadino, ove le possibilità di “dileguamento” sono nettamente superiori!), la cronica carenza del personale di polizia penitenziaria, cui si aggiunge il disagio diffuso dei poliziotti penitenziari per le condizioni di lavoro molto usuranti che si traducono in un tasso di assenteismo tra i più alti della pa, due elementi che in pieno piano ferie determinano presenza di unità al minimo, ed infine le ormai improcrastinabili innovazioni tecnologiche.
Dirpolpen suggerisce da tempo il braccialetto elettronico e per converso denuncia la mancanza di investimento tecnologico serio negli ultimi 30/40 anni e di una vision.
Purtroppo e amaramente sentiamo da qualche voce, che vuole solo trovare capri espiatori e sviare l’attenzione dalle vere radici del problema, che i dirigenti della PolPen devono stare solo in carcere!
I dirigenti di ogni organizzazione – pubblica o privata – stanno dove possono governarla, traghettandola verso il futuro e con una vision alla ricerca continua di modelli sempre più efficienti.
Nell’auspicio che l’evaso venga al più presto ripreso, esprimiamo massima vicinanza ai colleghi di Poggioreale e al comandante.