Abbiamo letto e continuiamo a leggere con sempre maggiore sgomento e disagio affermazioni con le quali, anche autorevoli componenti della Magistratura ed in generale delle Istituzioni, continuano a paventare un rischio per la tenuta democratica del sistema carcere in ragione delle modifiche introdotte con gli attuali correttivi al riordino. In particolare appare incomprensibile la posizione assunta dalla Consulta dei Magistrati di Sorveglianza, così come peraltro ripresa dai Garanti delle persone private della libertà personale, laddove stravolgendo completamente il testo in esame e diffondendo interpretazioni distorte si asserisce che i correttivi al riordino nascondano una modifica dell’Ordinamento Penitenziario. Nulla di più falso!!! In nessun caso la modifica della dipendenza gerarchica in dipendenza funzionale comporterà alcuna modifica dell’Ordinamento Penitenziario, né alcuna deriva sicuritaria degli istituti penitenziari. In effetti, in modo assolutamente difforme da quanto frettolosamente e falsamente affermato dai sindacati della dirigenza penitenziaria, la modifica in esame non scioglie il vincolo di subordinazione e non elide nulla delle potestà del direttore penitenziario, al contrario consente al Comandante Primo Dirigente, anche se questa Organizzazione richiede fortemente che tale previsione venga esteso a tutti i dirigenti del Corpo, di organizzare la propria azione per garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati proprio dal Direttore. Richiamando il rapporto tra Prefetto e Questore, virtuoso esempio nel quale il primo è il responsabile a livello politico-generale dell’ordine pubblico ed il secondo ne diviene il responsabile tecnico-operativo, lo schema di dipendenza funzionale proposta, auspicata ed attesa dalla Polizia Penitenziaria, consentirà al Direttore di dettare gli obiettivi ed al dirigente del Corpo di valutare le modalità con le quali dare attuazione alle linee di indirizzo ricevute. Una responsabilità per obiettivi che trasforma anche il rapporto in obbligazione di risultato e non già solo di mezzi, a tutto vantaggio del sistema. Allo stato, infatti, un Comandante che rispetti gli ordini impartiti non è mai responsabile del risultato conseguito. Peraltro, anche in questo caso rettificando una falsa lettura del testo data dai sindacati della dirigenza penitenziaria, la trasformazione della dipendenza da gerarchica in funzionale riguarda solo il rapporto Direttore-Comandante Dirigente, non già il rapporto tra questi ed il Provveditore Regionale/Direttore del Centro per la Giustizia Minorile ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria/Dipartimento per la Giustizia Minorile di Comunità.
In ultimo, e con maggiore sconcerto, questo sindacato, ma in generale tutto il Corpo, avverte un ingiustificato sentimento di sfiducia verso la Polizia Penitenziaria che non trova fondamento, a nostro sommesso avviso, né in eventi recenti o passati né nelle affermazioni di principio che hanno accompagnato i molti ed immotivati attacchi di questi giorni. Non si comprende, infatti, come la Dirigenza Penitenziaria possa asseverare un rischio per la tenuta democratica del sistema allorché la Polizia Penitenziaria aneli ad un nuovo rapporto e ad una crescita professionale, pretendendo tuttavia di rimanere a capo di questo Corpo così inaffidabile. Non si comprende come e perché la Magistratura di Sorveglianza auspichi la creazione di specifiche sezioni di Polizia Penitenziaria presso i Tribunali di Sorveglianza, il cui fine è quello di connettere più direttamente la Polizia Penitenziaria alla stessa Magistratura di Sorveglianza allorché, parallelamente, si ritenga il Corpo come pericoloso ed inadeguato a garantire i diritti delle persone ristrette. Non si capisce, in generale, come e perché un Corpo di Polizia dello Stato possa essere descritto come potenzialmente capace di comprimere indebitamente i diritti dei ristretti, senza accompagnare tali affermazioni da provvedimenti concreti, quali ad esempio lo scioglimento del Corpo stesso!! In sostanza non si comprende come e perché parte delle Istituzioni di questo Paese ritengano la Polizia Penitenziaria pericolosa se dotata di una propria autonoma e competente Dirigenza, mentre invece lo stesso Corpo di Polizia diviene il fulcro del sistema se eterodiretta!